
di Paul Thomas Anderson, con Daniel Day Lewis, Paul Dano
Ci sono solo quattro film che mi hanno veramente sconvolto l'esistenza negli ultimi anni: uno è Donnie Darko, quel gioiello di Richard Kelly; Into The Wild del grandissimo Sean Penn (di cui ho già lungamente parlato in questo stesso blog); Non è un paese per vecchi di quei vecchi geniacci dei fratelli Coen; l'ultimo è questo There Will Be Blood, un capolavoro immane diretto in maniera fantastica da Paul Thomas Anderson (Magnolia, Sydney, Boogie Nights).
Siccome su questo film si è già detto di tutto, inclusi imbarazzanti (imbarazzanti per chi li ha scritti) e forzati (forzati perchè non servono, il film vive benissimo di vita propria) paragoni con John Ford, John Huston, Orson Welles e Kubrick (forse quest'ultimo ci potrebbe azzeccare qualcosa...), non tenterò di parlarne in maniera fintamente poetica, lasciando l'interpretazione metaforico-simbolistica a critici esaltati più di me, e anzi andando al cuore del discorso.
Il titolo del film, ma guarda un pò, è molto più interessante in lingua originale (There Will Be Blood). Il Petroliere è giusto, come titolo, di questo parla in effetti, ma tralascia, e questo è un vero peccato, quel senso di epicità e grottesca grandezza che scaturisce un titolo così ridondante come There Will Be Blood. La cosa l'hanno capita anche gli addetti ai lavori, tanto che è stato commercializzato come Il Petroliere e poi ad inizio pellicola compare il titolo originale scritto in gotico (ancora più grottesco) e anche in chiusura, dopo che uno splendido finale (forse il migliore mai visto in un film) lascia a bocca aperta lo spettatore che in quell'esatto momento capisce il significato esatto del titolo (originale) ed esce con un senso di maestosità dal cinema (o dal salotto, fate voi)
Non dirò niente su Daniel Day Lewis, se non che è un grandissimo attore, forse l'unico che ha meritato l'Oscar negli ultimi anni per questa incredibile interpretazione. Non dirò altro sulla regia perchè lascio allo spettatore i dovuti commenti; nemmeno sul grande senso del film dirò altro, perchè è già detto tutto nel titolo.
Posso dire solo che la cosa migliore l'ha detta il regista stesso, definendo il suo film un horror mascherato da western. Horror non perchè ci siano scene di tagliuzzamenti o spargimenti di sangue fini a se stessi, ma perchè capirete dove può arrivare un uomo spinto all'inseguimento più sfrenato dei suoi valori compromessi dalla società e dalla, chiamiamola così, misantropia. E cosa fa più paura di un uomo privo di remore?
Così quando Daniel Plainview (il protagonista) dirà, nell'ultima scena, ho finito, per poi comparire la scritta There Will Be Blood vi sentirete, in ordine: meravigliati, estasiati, sollevati e subito dopo coscienti di aver visto il più grande capolavoro cinematografico degli ultimi anni.
Voto: 10/10
Perfetto, nella più capillare accezione che il termine esprime.
