
di Gianni Zanasi, con Valerio Mastrandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston
Non sono un grande appassionato di cinema moderno all'italiana. Anzi, specifico che lo considero veramente poco e i film tratti dai capolavori di Moccia parlano benissimo da soli. Tuttavia, bisogna anche ricordare che la tradizione della commedia italiana è veramente prestigiosa e nomi come Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Totò, Gigi Proietti fanno lettaralmente venire la pelle d'oca. Nonostante tali nomi, il cinema italiano è andato pressochè alla deriva, tanto che ormai i registi nostrani campano sui cinepanettoni natalizi (che tutto sono tranne cinema) e le commediole romantiche per ragazzine.
Poi fortunatamente, ogni tanto, escono questi film che passano lettaralmente inosservati al grande pubblico, attirando fan di questo e quell'attore o magari perchè il regista ci ispira fiducia. Non Pensarci fa parte di questa categoria: niente pubblicità in tv (se non qualche secondo di trailer su Coming Soon), poche interviste agli attori, nessuna considerazione da parte dei critici. Personalmente lo sono andato a vedere perchè ho sempre adorato Valerio Mastrandrea, protagonista della pellicola, considerandolo uno dei migliori attori/comici del nostro paese. Diciamo che sono andato a vederlo per farmi quattro risate dai. E poi mi sono ritrovato a vedere un film con i controfiocchi dove è vero che la trama era il solito polpettone all'italiana (tragedie, disoccupazione, tradimenti ecc) ma curata talmente tanto sull'aspetto ironico e realista che, alla fine, ci si poteva riconoscere nei personaggi e provare dei veri sentimenti verso di loro.
Il film nasce come un inno al fancazzismo più puro dove il protagonista Valerio Mastrandrea/Stefano Nardini, musicista sfigato, se ne torna dai genitori perchè la vita lo ha deluso più del dovuto e cerca il nido sicuro dal quale si era staccato e dove sicuramente avrebbe trovato riscatto. Si torna quindi alla famiglia, al paese d'origine, ai suoi luoghi comuni e soprattutto alla sua chiusura verso il mondo vero, il "di fuori" che Stefano cercava da giovane. Troverà qualcosa da fare, è vero, pure troppo, e si dipanano allora tutte le vicende tragicomiche del film, che tengono incollato lo spettatore sulla poltrona facendolo sì ridere (scene epiche all'acquario, dove Stefano si incazza letteralmente coi delfini!) ma soprattutto riflettere. Un film che parla di una famiglia retta dalle bugie che si raccontavano a vicenda per poter essere felici, esemplare, in questo contesto, la frase verso il finale del protagonista che, di fronte all'ennesima rivelazione da parte della madre, riassume tutto il senso del film "ma non era meglio quando ci dicevamo tutte quelle bugie? Non era meglio quando ci riempivamo di cazzate?"
Voto: 10/10
Non sono riuscito a trovargli difetti evidenti. Amaro in certi punti, assolutamente comico in altri. Ogni attore da il meglio di sè. Grandissima prova di come il cinema italiano di qualità esiste in queste pellicole di nicchia.

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