
Difficile descrivere minuziosamente questo album. Contiene due lunghe suite di venti minuti l'una e un brano che funge da introduzione del secondo lungo movimento. Oro Caldo, il primo brano, comincia con un canto mediterraneo sopra un accompagnamento tribale, mentre verso il secondo minuto comincia la prima (di numerose) sfuriata elettrica dove un ottimo Danilo Rustici compie mirabolanti fraseggi di chitarra. Tutto il brano si regge su questa alternanza di piano/forti, momenti più intimi dove risalta il flauto, arpeggi che ricordano i Genesis più tranquilli in contrasto a crescendo dove l'intero gruppo compie un ottimo lavoro di cucitura tra i
vari strumenti perfettamenti amalgamati. Seguono inserti di Moog e sax sotto un testo decisamente poetico. Gli echi, se proprio vogliamo trovarli (ma solo per farsi un'idea), sono quelli dei King Crimson di In The Wake Of Poseidon, i Jethro Tull di Thick As A Brick e la chitarra wah di matrice Hendrixiana, alle volte, di chiara ispirazione Robert Fripp, altre volte. Notevole a metà del brano un lungo intersecarsi di flauto e chitarra molto distorta che sfocia poi in un blues lento e sanguigno.
Stanza Città è il punto di raccordo tra i due brani. Un pezzo orientaleggiante con voci registrate al contrario (molto in voga all'epoca) e flauti che sfocia direttamente nella lunga suite Animale Senza Respiro. Che dire di questo brano se non che è un capolavoro assoluto? Ha un inizio dai toni decisamente gravi, un arpeggio soffuso di chitarra che sorregge le prime strofe cantate fino all'entrata della batteria. Poi la prima sfuriata di chitarra e la seconda parte del brano, più serrata, dalle tinte hard, jazz e fusion. Questa volta il riferimento va ai Soft Machine più lisergici e pesanti. Di indubbia bellezza il riff di sax e chitarra che ricorda vagamente i King Crimson del primo disco. Il brano nel complesso è decisamente più duro, meno sognante del precedente, un vero e proprio atto di maestria da parte di questo splendido gruppo. Termina con lunghe note di Moog, tappeto per gli assolo di chitarra e flauto (non mi dilungherò troppo su questo brano perchè, è ovvio, va ascoltato completamente per farsene un'idea compiuta).
Voto: 10/10 Un disco assolutamente perfetto, imperdibile per ogni appassionato di progressive italiano o estero che sia.

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