martedì 18 marzo 2008

King Crimson


"In The Court Of The Crimson King", 1969


Possiamo dire che il progressive rock stava nascendo nella metà degli anni 60 in Inghilterra. Ce ne erano tracce nelle sperimentazioni dei Beatles ("Revolver"?), in "Their Satanic Majesties Request" degli Stones, e anche in America (ma meno accentuate) tra le improvvisazioni lisergiche dei Grateful Dead e degli Hawkwind e soprattutto nelle opere buffe di Frank Zappa ("Lumpy Gravy"). Tuttavia il genere era un concetto ancora in via di sviluppo: quegli artisti non sapevano che stavano facendo progressive nel vero senso della parola. La consapevolezza arriva nel 1969 grazie ad un disco dalla portata storica impressionante: "In The Court Of The Crimson King". Posso quindi asserire, nel pieno delle mie facoltà mentali, meno di quelle motorie, che Robert Fripp, leader assoluto del gruppo e chitarrista di gigantesca perizia tecnica, ha creato il primo vero e proprio disco di progressive rock.

La curiosità, tuttavia, sta nel fatto che il primo vero brano di questo nuovo genere ha radici tutt'altro che nuove: "21st Schizoid Man", prima traccia del disco, fonda elementi di acid jazz, blues hendrixiano e hard rock tutt'altro che innovativi. Il brano è impressionante: si basa su di un giro di chitarra e basso al quale gli esperti hanno addirittura attribuito l'etichetta di proto-metal! In effetti è un brano tiratissimo, di difficilissima esecuzione e di una pesantezza assolutamente inconcepibile per un disco del 1969! Da allora, nel 1970, è nato il vero hard rock (Deep Purple, Black Sabbath, Uriah Heep ecc) e anche le varie forme di progressive che dilagheranno per tutti gli anni 70.

Tolto il primo brano quindi, (che è il risultato del calderone: progressive, appunto), le altre stupende tracce attingono direttamente dalla tradizione romantica inglese, con incursioni di sofisticatissimo pop ("I Talk To The Wind"), e rimandi alla scena rock di Canterbury (più avanti maggiormente esplorata dai Caravan e dai geniali Hetfield & The North) con il brano "Epitaph" e la psichedelia estrema della lunghissima "Moonchild". A chiudere l'album torna il magnifico progressive sinfonico di "The Court Of The Crimson King", che fonde tutti gli elementi finora analizzati, raggiungendo la perfezione stilistica senza troppe cerimonie.

"In The Court Of The Crimson King" è considerato quindi il primo disco al quale l'etichetta progressive calzava alla perfezione. L'impatto commerciale non fu immediato (ora è uno dei dischi più venduti di sempre) mentre critica e appassionati di musica sofisticata lo elevarono direttamente a capolavoro assoluto. La bravura tecnica del quartetto (tra gli altri anche Greg Lake al basso e alla voce solista) era indiscutibile e, a guardarli ora che Robert Fripp sforna ancora album (certo ogni volta con una formazione diversa), sono l'unico gruppo che è nato progressive e continua progressive, qualcosa vorrà dire no?


Voto: 10/10
La portata storica dell'album è indiscutibile, i brani sono uno più bello dell'altro, la capacità tecnica verrà superata solo nell'irraggiungibile "Island" del 71.

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